Dante -.-, vita; anni dell esilio; vita nuova; alcune opere; convivio; epistole e bho un po di tutto xD

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BELLA.93
view post Posted on 15/12/2009, 19:54




La vita:
Dante nacque a Firenze nel 1265, da una famiglia guelfa. La famiglia era in condizioni economiche poco felici, ma Dante poté in giovinezza condurre vita da gentiluomo e procurarsi una raffinata educazione. Nel XV dell’Inferno, presenta Brunetto Latini come suo maestro. Accanto agli interessi dottrinali, si manifestó presto la vocazione alla poesia. Imparò da sé l’arte di dire parole per rima, leggendo i poeti provenzali, i siciliani, subendo anche l’influenza dell’amico Cavalcanti, più anziano di lui. La sua esperienza intelletuale e sentimentale si compendia intorno alla figura di una donna, Beatrice. La morte di Beatrice, nel 1290, segna per Dante un periodo di smarrimento, ma costituisce anche lo stimolo ad uscire dal mondo chiuso e rarefatto dello Stilnovismo. Per trovare conforto si rivolge agli studi filosofici. Approfondisce la sua cultura poetica leggendo i poeti latini, in particolare Virgilio, che considera il suo maestro e il suo autore. Nel 1295 si occupa di politica, quando venne concesso ai nobili di ricoprire cariche. Dante entró nell’arte dei medici e speziali, e negli anni successivi ricoprí varie cariche , e fu anche eletto fra i Priori, la suprema magistratura cittadina.
In quest’epoca nel comune fiorentino era minacciato dal papa Bonifacio VIII, che mirava ad imporre il dominio della Chiesa sulla Toscana e c’erano le frazioni dei Guelfi Bianchi e dei Guelfi Neri. Dante aveva a cuore sia la pace interna sia l’autonomia esterna del Comune e quindi si adoperó per raggiungere entrambi le cose, lui stava piú dalla parte dei bianchi.

GLI ANNI DELL’ESILIO
Dante nei primi tempi rinunciò alla speranza di ritornare in patria e si unì agli altri esuli Bianchi. Dopo un tentativo fallito di rientrare con la forza, inizia il suo pellegrinaggio per le varie regioni italiane. Dante è il tipico intellettuale-cittadino. La nostalgia provata verso Firenze affiorava spesso nelle sue opere. L’ esilio servì ad allargare ulteriormente i suoi orizzonti. Le città italiane sono lacerate da lotte civili, sopraffazioni e violenze, pervarse solo dalla cupidigia de denaro e dallo spirito affaristico, il quadro di una chiesa modernizzata e corrotta, i cui membri, invece di guidere il loro gregge, si trasformavano in “lupi rapaci”, lo inducevano a ricercare la “cagione che il mondo ha fatto reo”. Era convinto di essere stato investito da Dio della missione di indicare all’umanità le cause della sua abiezione e di condurla sulla via del riscatto. Da qui nasce il disegno della Commedia alla quale lavorò durante quasi tutti gli anni dell’esilio. Le illusioni del poeta di restaurare il potere imperiale per sanare tutti i mali del mondo svanirono di fronte alla condotta ambigua del papa e alla morte dell’imperatore.

IL CONVIVIO
Prima opera dottrinaria di Dante, scritto tra il 1304 e il 1307, doveva essere una vasta enciclopedia. Proponeva di mostrare la propria dottrina, per difendersi dalle accuse ingiuste che gli erano state mosse dai concittadini che l’avevano esiliato. Doveva comprendere 15 trattati. Viene ripresa la struttura della vita nuova, una serie di poesie inserite in un commento in prosa. Dante parla dell’amore per la sapienza, di un impegno con la realtà morale e civile, che si apre ad un pubblico più largo e si proprone un vero e proprio compito di promozione culturale. Il progetto però non fu portato a termine; furono composti solo i primi 4 trattati, in cui vengono commentate tre canzoni.

LE EPISTOLE
Tredici lettere scritte in latino. Lettere ufficiali (indirizzate a persone)composte secondo le regole medievali delle artes dictandi. Stile elaborato, ricco di artifici retorici e di riferimenti dotti ai classici latini e alla Bibbia. Esprimono il pensiero e la passione politica di Dante.
L’epistola a Cangrande della Scala contiene la dedica del Paradiso al signore di Verona, che era stato generoso con il poeta, contiene fondamentali indicazioni di lettura del poema: il soggetto (la condizione delle anime dopo la morte); la pluralità dei sensi, il titolo (che deriva dal fatto che l’inizio è aspro e luttuoso e la fine è lieta e dal fatto che lo stile è dismesso e umile), la finalità dell’opera è pratica e speculativa.

Donne ch’avete intelletto d’amore
Dante in un episodio del purgatorio, insiste sul fatto che la canzone segna una svolta determinante nella sua poesia, dando inizio alle nove rime, quindi la canzone dantesca inaugura una nuova fase poetica che esprime una mutata direzione dell’amore, un amore che s’innalza ad un livello trobadorico, poiché tende alla perfezione dell’amore celeste.
Significato: deriva dalla collocazione in un preciso punto della struttura narrativa, che è organizzata in modo da presentare un progressivo distacco dall’amor cortese ed un’ascesa verso un amore totalmente spiritualizzato che innalza a Dio.
Lo stile: la nuova materia deve portare con sé anche un nuovo stile poetico. All’amore del tutto disinteressato corrisponde infatti uno stato d’animo pacificato. Dante, quando nel Purgatorio usa la formula “dolce stil novo” si riferisce alla sua poesia, non a quella dei predecessori; e la usa proprio per sottolineare la novitá di una canzone che si allontana da Guinizzelli e Cavalcanti.
La mirabile visione
Il capitolo conclusivo allude ancora ad una mirabile visione. L’opera si chiude con un oscuro presagio del futuro: il proposito di dire un giorno della benedetta quanto mai non fu detto a qualcuna. Vi è qui un’allusione abbastanza chiara alla Commedia, in cui Beatrice assumerá il ruolo della sapienza divina che guida l’anima nel viaggio di Dio. Dante si rende conto che per poter piú degnamente trattare di Beatrice, deve abbandonare i confini troppo ristretti della forma autobiografica e trovare una forma piú degna, ad esempio la lode.
L’imperatore, il papa e i due fini della vita umana
La struttura del discorso traduce l’argomento centrale: una duplice guida corrispondente al duplice fine.
La natura del l’uomo per Dante è di per sé il male, essendo lo scopo principale dell’umanitá quello di conservare la libertá e la pace. L’imperatore ha un ruolo importante perché dispone della forza materiale per realizzare il desiderio di pace. Dante dice che essendo i valori spirituali superiori a quelli puramente umani, l’imperatore deve rendere omaggio e riverenza al pontefice.

LA VITA NUOVA:
Dante sceglie indirizzi culturali piú ardui e raffinati. Le sue prime prove prendono modello guittoniano, con linguaggio astruso e artifici formali. La svolta stile dolce e leggiadro. La sintassi e il ritmo si fanno piú piani e scorrevoli, vengono preferite parole prive di aspri scontri consonantici, scompaiono artifici formali troppo astrusi. I suoi versi insistono sul tema dell’amore come tormento e sofferenza. Dopo la morte di Beatrice, Dante decise di raccogliere liriche scritte, quelle piú significative, facendole precedere da un commento in prosa che spiegasse l’occasione da cui i singoli componimenti erano nati, e facendole seguire da un commento retorico. La prosa dantesca vale ad individuare nelle poesie un senso profondo e unitario, la linea di svolgimento di una decisiva vicenda interiore. L’opera, compiuta fra il 1293 e il 1295 fu intitolata Vita nuova proprio ad indicare il rinnovamento spirituale determinato nel poeta da un amore eccezionale ed altissimo.
I contenuti:
Dante narra di aver incontrato Beatrice all’etá di nove anni, e che da quel momento l’amore era diventato il signore del suo animo. Dopo nove anni, Dante incontra Beatrice e al suo saluto gli sembra di essere beato. Dante segue i rituali dell’amor cortese tenendo nascosta l’indentitá dell’amata per proteggerla dall’invidia dei malparlieri. La finzione suscita le chiacchiere della gente e questo scuote in Beatrice sdegno, e cosí gli nega il saluto. La privazione del saluto della sua donna genera nel poeta uno stato di profonda sofferenza. Cosí decide di cambiare modo di scrivere, e pensa quindi di lodare la sua amata. Una visione preannuncia la morte di Beatrice e infatti poco tempo dopo muore. Dante prova tanto dolore ma trova consolazione nello sguardo di un'altra “donna gentile”. Ma la tentazione di un nuovo amore è vinta da un’altra visione dove egli vede Beatrice uguale a come gli era apparsa in sogno, quindi tutti i pensieri di Dante tornano a Beatrice. La vita nuova è una ricapitolazione di un’esperienza passata, un’esperienza sentimentale e intelletuale insieme. Nel libro è contenuta una trama di esperienze reali, ma Dante mira a cogliere i significati segreti che stanno al di là di esse ed a comporli in una vicenda esemplare, sottrattaai limiti del tempo e dello spazio. Deriva di qui il carattere irrealistico della narrazione dantesca. Luoghi e persone perdono la loro fisionomia concreta e individuale e sfumano in un’estrema inderteminatezza. Ne deriva l’impressione di un mondo diverso da quello reale.
I SIGNIFICATI SEGRETI
Il libro è suddiviso in tre parti:
• effetti che l’amore produce sull’amante
• lode della donna
• morte della “ gentilissima “
a queste tre parti corrispondono tre diversi stadi dell’amore:
• canoni dell’amor cortese
• l’amante poteva sperare una ricompensa al suo amore da parte della donna: il saluto diventa il simbolo estremamente sublimato, di questo appagamento esteriore e materiale. La negazione del saluto fa scoprire a Dante che la felicità deve nascere non da un appagamento esterno, ma tutta dentro di lui, dalle parole dette in lode della sua donna. Non ama più la donna per averne qualcosa in cambio, ma l’amore diviene fine a se stesso: l’appagamento consiste nel contemplare e lodare la creatura altissima, che è in terra come un “miracolo” Inizio delle “nove rime” ovvero una nuova maniera di poetare. C’è un nuovo modo d’intendere l’amore (affinità con il mistico). L’ amore dei beati in cielo, che non mira a ricompense materiali e trova la sua beatitudine solo nella contemplazione e nella lode di Dio. L’ amore non è più una passione terrena, è la forza che muove tutto l’universo, che innalza le creature sino a ricongiungersi con Dio.
• Conflitto tra l’amore per la donna e l’amore per Dio cosa che Dante supera. L’ amore per la donna innalza l’anima sino alla contemplazione del cielo: ed è questo il terzo stadio dell’ amore della vita nuova.
Dietro le apparenze di una vicenda d’amore, la vita nuova narra dunque di un esperienza mistica. Il passaggio dalla vita nuova alla commedia non è affatto diretto e immediato: in mezzo si pongono due grandi esperienze che maturano la visione di Dante e allargano immensamente i suoi orizzonti, sono l’esperienza filosofica e quella politica.


Una presa di coscienza ed una svolta poetica: le "nove rime"

Il capitolo presenta un incontro con un gruppo di donne gentil. La donn gentile chiede quale sia il fine del suo amore per Beatrice e lui risponde che in un primo periodo è stato il suo saluto poiché esso lo rendeva felice, poi diventó la felicitá che provava nel lodare una donna. Ma a questo punto la donna gentile trovó una contraddizione, perché invece di lodare Beatrice la sua poesia esprimeva solo sofferenza. Dante allora vi riflette e da quel momento in poi loderá nelle sue opere la sua donna.
 
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