Sud Africa
AFS photos
Il Sud Africa occupa la punta più meridionale del continente africano. Trovandosi nell’emisfero sud del mondo, le stagioni sono inverse rispetto a quelle italiane. La lingua ufficiale è l’Inglese, insieme ad altre 10 lingue locali ufficialmente riconosciute. Il Sud africa viene chiamato Il paese Arcobaleno dato che coesistono, finalmente in pace, tante lingue, etnie e colori.
La popolazione conta oltre 47 milioni di persone è costituita al 79,5% da persone di colore, 9,2% di caucasici, 8,9% mulatti, 2,5% indiani e asiatici.
Popolazione:
48,502 063 milioni (2007) in un paese grande quattro volte l'Italia.
E' il 26° paese al mondo per numero di abitanti. Densità di 39,7 abitanti per km quadrato. La popolazione si divide tra moltissime etnie: neri 75,2% (zulù 23%, xhosa 19%, ndebele, setswana, siswati, tshivenda, sesotho, xitsonga), bianchi 13,6% (inglesi, afrikaans), "cape coloured" 8,6%, indiani 2,6%. Ecco anche perché questa nazione viene spesso definita una "nazione arcobaleno".
Clima:
Il Sudafrica è un paese circondato dall’oceano, e ciò fa si che il paese sia interessato nei mesi in cui si svolge il programma (che nell’emisfero Sud corrispondono ai mesi invernali) da un clima abbastanza freddo con piogge frequenti lungo le coste e secco nelle zone interne del paese.
Durante l’estate sudafricana, invece (ovvero nei mesi invernali europei), il clima è di tipo caldo-umido e le serate estive sono spesso caratterizzate da temporali, con lampi e tuoni .
Religione:
La maggior parte della popolazione sudafricana è cristiana (79,7%), prevalentemente protestante. I neri aderiscono alle cosiddette “chiese indipendenti”, che combinano elementi della religione cristiana e delle religioni tradizionali africane, i seguaci delle varie chiese si distinguono per i diversi colori delle tuniche che usano indossare la domenica.
In Sudafrica sono presenti anche altri gruppi religiosi come i musulmani (1,5%), gli indù (1,5%) e gli ebrei.
Chiese, moschee, templi e sinagoghe si trovano facilmente nella maggior parte delle città.
Lingua:
In Sudafrica sono presenti 11 lingue ufficiali: l’Inglese, l’afrikaans, lo zulù, lo xhosa, il pedi, lo tswana, il sotho, lo tsonga, lo swati, il venda e lo ndebele. Tuttavia l’Inglese è la lingua più usata e capita maggiormente all’interno del continente e delle varie etnie.
AFS South Africa:
AFS South Africa propone un programma bimestrale a ragazzi che al momento della partenza abbiano un'età superiore ai 16 anni e inferiore ai 18 anni (nati da 1/7/91 a 30/6/93). Il programma prevede l’ospitalità presso una famiglia sudafricana e la frequenza di una scuola locale per due mesi. Gli studenti partono dall’Italia a fine giugno e rientrano a fine agosto. Il bimestre dà la possibilità di conoscere la realtà di un paese in evoluzione, che vanta tradizioni etnico-culturali variegate e uno scenario naturale mozzafiato. AFS South Africa è attiva dal 1958 e ospita oltre 100 studenti ogni anno. All’arrivo a Johannesburgh, i ragazzi sono accolti da un breve campo di orientamento di uno o due giorni, che li introduce alla cultura, alla realtà sudafricana e spiega loro le nozioni di base sulla sicurezza personale. Una volta giunti nella comunità ospitante hanno qualche giorno per iniziare ad ambientarsi prima di essere introdotti a scuola. Sempre a Johannesburg, si svolge l’incontro finale che ha lo scopo di commentare, insieme ai ragazzi, l’esperienza trascorsa e le aspettative per il rientro nel proprio paese. Talvolta i Centri Locali organizzano anche attività ricreative per i ragazzi e le famiglie ospitanti.
Il sito di AFS South Africa:
www.afs.org.za
La scuola:
Il programma in Sud Africa offre l’opportunità di non perdere lezioni nel proprio istituto d’origine e di conoscere la realtà scolastica di un altro paese. Il sistema scolastico è cambiato molto dall’abolizione dell’apartheid. Le scuole risentono molto dell’influsso anglosassone, sia a livello organizzativo che a livello accademico. Gli studenti che frequentano gli istituti superiori appartengono a tutte le etnie e sono tenuti a portare la divisa scolastica, il cui costo è a carico del partecipante. I professori sono piuttosto severi: il loro rapporto con gli alunni è formale e si aspettano da loro un serio impegno nello studio. Gli studenti AFS sono inseriti a scuola e hanno l’obbligo di frequentare le lezioni come i propri coetanei. Le lezioni si tengono in inglese.
La famiglia e il tempo libero:
In Sud Africa convivono persone di diversa etnia, provenienza e religione. Gli studenti AFS possono essere ospitati da famiglie con o senza figli, di colore o meno, di origine indiana, europea o africana, di confessioni religiose diverse da quella cattolica. Le famiglie possono risiedere in centri di medie dimensioni o in sobborghi di città più grandi. I genitori sono spesso severi con i figli: si aspettano collaborazione nei lavori domestici, rispetto e obbedienza delle regole della casa. Ciò si applica ovviamente anche agli studenti stranieri. Dato che alcune zone del paese possono non avere standard di sicurezza elevati e mezzi di trasporto adeguati, i ragazzi devono seguire scrupolosamente le indicazioni della famiglia ospitante e di AFS: uscire soli la sera o girovagare per la città con aria da “turisti” può essere poco sicuro e può far preoccupare molto i “protettivi” genitori sudafricani! Le famiglie sudafricane sono molto unite, spesso i nonni e gli altri parenti partecipano alle attività del nucleo familiare più ristretto. A seconda della famiglia e delle sue origini, varia molto anche la dieta. Dato che i sudafricani sono grandi consumatori di carne, il Sud Africa non è un paese consigliabile per un vegetariano. Nel tempo libero dagli impegni accademici, gli studenti sudafricani partecipano alle numerose attività organizzate dalla scuola: sport, corsi di musica, di fotografia, di arte, di teatro di danza sono solo alcune delle alternative proposte dagli istituti. Gli sport più praticati sono nuoto, tennis, rugby, cricket, pallavolo e hockey. La società sudafricana tende a essere molto conservatrice: le ragazze devono evitare abbigliamenti vistosi e trucco pesante; neanche i giovani fumatori sono ben visti.
Testimonianze Trascorse
Più di 19 lingue diverse
Così come la voglia di partire non è mai mancata, la voglia di ritornare a casa non è mai arrivata!
Sono partita per un bimestre in Sud Africa senza avere informazioni sulla famiglia che mi avrebbe accolta (il fascicolo è, infatti, arrivato qualche giorno dopo la mia partenza!), ma la cosa non mi ha scoraggiata: ero decisa a partire per la meta sempre sognata e l’avrei fatto! Una volta arrivata in “terra straniera” sono rimasta una settimana senza valigia, mio unico bagaglio, che si era smarrita già all’arrivo a Roma, dopo il volo dalla Sardegna.
Il soggiorno non si presentava senza problemi, ma ho trovato qualcuno che mi ha dato volentieri una mano. Inoltre… ero arrivata, seppur con tanta stanchezza addosso, e non vedevo l’ora di vivere questa emozionante avventura. Tanto più che la famiglia ospitante al completo era venuta all’aeroporto per conoscermi. E si è rivelata fantastica e simpatica sin dall’inizio. Tutti e 6 mi hanno fatta sentire veramente in famiglia, permettendomi l’inserimento in una nuova cultura senza difficoltà da parte loro e senza il minimo sforzo da parte mia, incitandomi a porre loro domande e mostrandosi tanto pronti a soddisfare le mie curiosità, quanto interessati alla mia cultura non solo nazionale, in buona parte già conosciuta, ma anche regionale. Ho allora scoperto che quello che in Italia si pensa del Sud Africa è in parte errato o manchevole: non è vero che il Sud Africa è una giungla o un deserto e che non esistono le grandi città, a parte le più conosciute Pretoria, Johannesburg e Cape Town; i “bianchi” sono abbastanza numerosi, sebbene forse meno dei “neri”, ma vi sono anche vaste comunità di indiani e in alcune zone sopravvivono numerosi i portoghesi: nella Repubblica Sudafricana si parlano più di 19 lingue… Ci sono alcune tribù che ancora vivono nelle capanne, ma lo fanno più che altro a scopo turistico. A Durban ho trovato anche molti immigrati da Paesi europei, americani, asiatici ed è stato facile fare amicizia, sia nella cittadina, sia nella scuola, un collegio femminile (dove mio malgrado ho dovuto indossare per la prima volta una gonna, la gonna rossa della divisa, ed un cappellino!). E’ difficile parlare di quei fantastici mesi, o raccontare questa meravigliosa avventura in breve tempo o in poche righe… Non riesco neanche a inquadrare un momento particolare: non posso assolutamente dimenticare o porre in secondo piano qualcosa. Posso solo ringraziare Intercultura per la possibilità offertami, e le mie due famiglie: italiana e sudafricana.
Annamaria